ENGLISH (il testo italiano è in fondo alla pagina)
This 1:18 diecast model reproduces the Lancia B24 Spider,
the open sports variant of the Aurelia introduced in 1955. Designed by Pinin Farina,
it was an icon of Italian motoring since its inception.
Its revised version – launched in 1956 – was fitted with a
conventional windscreen with quarter windows rather than the wrap-around
windscreen seen here. It famously featured in the classic 1962 road movie The Easy Life (above, a screen capture) by Dino Risi, ensuring its place in cinematic as well as
automotive history.
Which watch would the owner of this vehicle have worn
in the early 1960s? We do not necessarily think about someone like Bruno
Cortona, the brash, loud and risk-taking co-protagonist of the film. This looks
more like the car for a scientific-minded driver who could appreciate the 2,451
cc V6 engine and its acceleration. Why not a 40-ish engineer who was equally
demanding when it came to the tech specs of his watch?
As the magnetic fields in his workplace affected
timekeeping accuracy, the Ingenieur by IWC was the perfect choice. Its in-house
self-winding movement enjoyed the 80,000 A/m protection guaranteed by the soft
iron inner case, as well as the 100 m waterproofness offered by the stainless
steel outer case. It goes without saying that such a timepiece was well
prepared to be worn in the wind, while strapped on the wrist of a B24 driver.
ITALIANO
Questo
modellino metallico in scala 1:18 riproduce la Lancia B24, variante sportiva
dell’Aurelia presentata nel 1955. Disegnata da Pinin Farina, fu un’icona dell’automobilismo
italiano fin dal debutto.
La versione
successiva – lanciata nel 1956 – presentava un parabrezza di tipo convenzionale
al posto di quello ricurvo che osserviamo qui. Fu protagonista del film di
culto Il Sorpasso del 1962, diretto da Dino Risi, assicurandosi un posto nella
storia del cinema.
Quale
orologio avrebbe indossato il proprietario di questo veicolo nei primi Anni 60?
Non ci riferiamo necessariamente a uno come Bruno Cortona, lo spavaldo,
chiassoso e imprudente coprotagonista del lungometraggio. La vettura in
questione sembra più adatta a un amante della tecnologia, in grado di
apprezzare il motore da 2.451 cc e 6 cilindri a V, e la sua accelerazione.
Perché non un ingegnere sulla quarantina, altrettanto esigente in fatto di segnatempo?
Visto
che i campi magnetici nel suo luogo di lavoro alteravano la regolarità di
marcia di un orologio convenzionale, l’Ingenieur di IWC rappresentava la
soluzione ideale. Il suo movimento automatico di manifattura godeva della
protezione fino a 80.000 A/m garantita dalla cassa interna di ferro dolce e
dell’impermeabilità a 100 m offerta dalla cassa esterna d’acciaio. Ovviamente
un orologio del genere sopportava senza alcun problema il vento, mentre si
trovava al polso di un automobilista alla guida di una B24.